Passa ai contenuti principali

Ready for the country

Sono anni che cerco di capire come Harvest di Neil Young sia annoverato tra i 100 album della storia del rock. Ho cercato più e più volte di trovare una spiegazione al fatto che centinaia di critici, musicisti e semplici appassionati lo abbiano elevato a capolavoro del conutry-rock. Svariate volte l'ho inserito nel lettore per un ascolto consapevole ma alla terza traccia l'ho dovuto tirar via con la ripromettendomi di regalarlo a qualche amico alla prima occasione. Sarà stato il mio cronico attaccamento ai supporti musicali (leggasi gelosia), per i quali mi reputo discreto collezionista, o la mancata presenza di un amico al momento di tirar via il cd dal lettore ma, ad oggi, il "capolavoro" Harvest è ancora a casa mia, anzi, proprio per continuare nell'opera di approfondirne la comprensione, l'altro giorno l'ho caricato sull'iPod dimenticandomene completamente. Ebbene oggi, a distanza di svariati giorni, nel percorrere a piedi il tragitto quotidiano casa lavoro ho messo le cuffie, acceso il lettore e cercato qualche artista che mai avevo riprodotto prima. La coincidenza o forse l'arcano che regna nel mio dispositivo ha lasciato che nelle mie orecchie confluissero le prime note di  Out on the weekend ed ecco che tutto cambia. La mia mente non rigetta più le sensazioni derivanti da queste note, un sorriso distende le mie labbra e l'aria che respiro sembra essere più pulita. Non sono più in città ma su un colle con l'erba alta fino al ginocchio. La vista spazia attorno a me e immagino non più strade trafficate ma campi e colline e animali al pascolo liberi e fieri. La parte del mio cervello (che ostinatamente ricollega tutto alla fotografia) si accende in un attimo e immagino dozzine di inquadrature, centinaia di punti luce che vorrei catturare tra le foglie di una quercia, panorami che mai prima avevo considerato. Improvvisamente sento una strana euforia invadermi e mi spingere ad estrarre la fotocamera dalla bisaccia. Tolgo il tappo dell'obbiettivo e guardo nel mirino ma cosa vedo? Un viale alberato rovinato dalla variopinta diversità di vetture che lo attraversano.

All'improvviso e rapidamente tutto è decaduto, tutto è svanito come fumo di candela risucchiato dalla finestra aperta, tutto è stinto come un muro in cemento che tristemente mi affianca. La luce del sole sopra la collina è diventata un'opaca ora pomeridiana in un'opaca città senza animali liberi. Muri invecchiati limitano la mia vista. Profumi immaginati sostituiti da odori noti. Nelle orecchie rimane fiera la voce di Neil Yang che canta "are you ready for the country?" E tra me rispondo: yes, i am ready, yes i need...the country.

testo discoloimpenitente
foto Harvest fonte web
foto campagna discoloimpenitente

#harvest #neilyoung #campagna #capolavoro #country #euforia #readyfortheconutry

Commenti

Post popolari in questo blog

Fotografia di strada

Definire la fotografia di strada potrebbe essere un'ingiustizia alla sua natura libera, emancipata e multiforme, tuttavia, ne sento così tanto l'influenza che sorge in me il bisogno di fare almeno un tentativo. In poche riduttive parole   la fotografia di strada, o street photography, raggruppa qualsiasi fotografia fatta ovunque in luoghi pubblici.  Alcuni fotografi la legano al solo contesto urbano mentre altri esprimono tale concetto nella necessità della presenza di persone in questo tipo di foto.  Ma la linea di fondo è che ciascun fotografo di strada troverà il suo significato e gestirà il suo approccio ad essa in maniera completamente libera. Lo scopo della fotografia di strada pertanto varia da uno street photographer ad un altro. Alcuni fotografi sono interessati a documentare semplicemente la vita come la vedono, (avvicinandosi non poco a temi cari alla Straight Photography di Stieglitz) a volte aggiungendo la propria interpretazione alla scena. Altri vogliono da

La Primavera Perduta

Le coppiette ad aprile sono come le rondini si prendono, si lasciano si rincorrono si abbracciano si tengono per mano si sbaciucchiano poi si baciano di nuovo come ti volti per vederli di nuovo per addolcirti il cuore non ci sono più cerchi con lo sguardo ma non ci sono volati via come le rondini di aprile. Porta Caldari Ortona 10 aprile 2015 Pensieri e parole Sergio Iezzi

ESTATE 2010

Ho sistemato gli asciugamani sulle sdraio. C'è gente. Chi parla, chi prende il sole ,chi legge,dalla riva g rida di bimbi. Le bestemmie, i nervi del parcheggio è sudore nella t-shirt che appendo All’ombrellone. Cerco di rilassarmi, ho dimenticato il libro,nella borsa del mare non c’è. Faccio un ultimo tentativo, ma sotto gli asciugamani non c’è. Devo fare a meno di due buone pagine di Remarque. Un bambino scappa e il fratello, disperato cerca riprenderlo tra le sdraio. E’ ora di fare il bagno, in fondo dietro la torretta del bagnino, il blu e l’azzurro mi chiamano. Il libro, ricordo bene di averlo messo nella borsa. Dopo il bagno mio figlio mi ha detto che l’ha tolto lui. E’ una vecchia copia introvabile con le pagine staccate, non vuole che si porti al mare. Cosi “L’obelisco nero” di Remarque è rimasto all’ombra degli scaffali della libreria. C’è un materassino di Hello Kitty a colori pastello, bellissimo, appoggiato all’ombrellone. Due bambini trascinano sulla passerella un canot