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Visualizzazione dei post da 2016

Terapia di coppia per amanti - Diego De Silva

«C'è un momento, diciamo intorno al primo anniversario di una relazione clandestina, in cui pieghi  la testa di lato, stringi gli occhi come cercassi qualcosa di minuscolo che si muove nell'aria, e vedi  in filigrana il casino in cui ti trovi. Questo è amore, ti dici senza mezzi termini, altro che  chiacchiere». Terapia di coppia per amanti, l’ultimo romanzo di Diego De Silva, napoletano, classe 1964,  racconta di un lui e di una lei impantanati nello status di coppia clandestina. Viviana e Modesto,  entrambi sposati, si frequentano da tre anni. Un mènage che in realtà potrebbe durare ancora a lungo  se non fosse che i loro incontri tendano a trasformarsi sempre più in violente battaglie verbali.  Litigano spesso, come solo le persone che si amano davvero riescono a fare. Altrettanto  velocemente però finiscono con il perdonarsi tutto e fare pace. Una situazione che, pagina dopo  pagina, si fa a volte tragica e a volte irresistibilmente d...

Fotografia di strada

Definire la fotografia di strada potrebbe essere un'ingiustizia alla sua natura libera, emancipata e multiforme, tuttavia, ne sento così tanto l'influenza che sorge in me il bisogno di fare almeno un tentativo. In poche riduttive parole   la fotografia di strada, o street photography, raggruppa qualsiasi fotografia fatta ovunque in luoghi pubblici.  Alcuni fotografi la legano al solo contesto urbano mentre altri esprimono tale concetto nella necessità della presenza di persone in questo tipo di foto.  Ma la linea di fondo è che ciascun fotografo di strada troverà il suo significato e gestirà il suo approccio ad essa in maniera completamente libera. Lo scopo della fotografia di strada pertanto varia da uno street photographer ad un altro. Alcuni fotografi sono interessati a documentare semplicemente la vita come la vedono, (avvicinandosi non poco a temi cari alla Straight Photography di Stieglitz) a volte aggiungendo la propria interpretazione alla scena. Altri vogli...

Il fascino dell'analogico

Un blog giapponese ospitato su Tumblr celebra con una carrellata di semplici foto, la classe ed il fascino di vecchie glorie della fotografia. Ogni appassionato su questo blog può postare foto delle proprie fotocamere a pellicola. Troviamo macchine che pensavamo estinte ed altre che invece non conoscevamo affatto , tanto siano esse rare. Il bello è che queste foto, per lo più scattate per strada, ci mostrano le fotocamere in un tale stato di conservazione (che lascia intendere un utilizzo a tutt'oggi) che accendono la voglia di rispolverare la vecchia macchinetta del papà, abbandonata nell'armadio per anni perché il mercato semplicemente ci imponeva scelte commerciali votate al digitale. Però, badate bene, è alto il rischio di ammalarsi di vintageria, la mania di molti di noi, appassionati di fotografia consapevoli che, tutto sommato, il digitale non è poi tanto affascinante, in quanto fredda espressione di una realtà riletta da un processore. Anzi, al contrario,...

Sera del 26 gennaio

2011 Sera del 26 gennaio. Domani è il giorno della memoria. Dopo domani sono quattro anni che mio padre mi ha lasciato. Nel mio notes ho una piccola foto del 72. Io avevo l’età di mia figlia,11 anni; mio padre la mia, 52 anni. Sulla Romea, dietro si intravede la mitica Prinz,la saponetta. Andavamo a Venezia. Ricordo pochissimo di quel viaggio con lui. Il tempo ha sepolto tutti i ricordi, rimane solo questo piccolo scatto. Mio padre già completamente stempiato,sorridente mi teneva sotto braccio. La guardo,miro la piccola data in nero sul margine bianco. 1972-2011 Una vita,una strada,un viaggio,un sorriso,un ricordo, un dolore lunghissimo al cuore. Contributo Sergio iezzi #sergioiezzi #contributi #fotografiascritta #poesia #prinz

Invito alla lettura R. Barthes, La camera chiara. Nota sulla fotografia

«Ciò che la Fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta». La potenza dell’immagine fotografica è racchiusa in questo gioco di presenza e assenza: sappiamo che ciascun evento è irripetibile, eppure ci illudiamo di poterlo fissare in eterno nella cornice della rappresentazione.  Da queste riflessioni prende le mosse il saggio di Roland Barthes La camera chiara, una nota sulla fotografia che il celebre semiologo scrive pochi mesi prima di morire e che risulta un testo denso, in grado di parlare sia a profani, sia a un pubblico di esperti dell’arte di Nadar. Ciò è dovuto alla scelta dell’autore di staccarsi dal «linguaggio critico» per privilegiare la prospettiva autobiografica. Nella prima parte, Barthes si inventa una fenomenologia «vaga, disinvolta, addirittura cinica» che gli permette di muoversi a metà tra scienza e soggettività. Egli indaga la fotografia non come tema, bensì come «ferita», che si inscrive nella sfera dell’interiorità e dei sentimenti. Qu...

Ready for the country

Sono anni che cerco di capire come Harvest di Neil Young sia annoverato tra i 100 album della storia del rock. Ho cercato più e più volte di trovare una spiegazione al fatto che centinaia di critici, musicisti e semplici appassionati lo abbiano elevato a capolavoro del conutry-rock. Svariate volte l'ho inserito nel lettore per un ascolto consapevole ma alla terza traccia l'ho dovuto tirar via con la ripromettendomi di regalarlo a qualche amico alla prima occasione. Sarà stato il mio cronico attaccamento ai supporti musicali (leggasi gelosia), per i quali mi reputo discreto collezionista, o la mancata presenza di un amico al momento di tirar via il cd dal lettore ma, ad oggi, il "capolavoro" Harvest è ancora a casa mia, anzi, proprio per continuare nell'opera di approfondirne la comprensione, l'altro giorno l'ho caricato sull'iPod dimenticandomene completamente.  Ebbene oggi, a distanza di svariati giorni, nel percorrere a piedi il tragitto quotidiano...

La donna in gabbia - Jussi Adler Olsen

Ho comprato questo libro a scatola chiusa incuriosito da un'ambientazione nordica a me poco nota, la Danimarca, e attratto da un incipit di tutto rispetto. Per il resto non conoscevo nulla di questo autore se non che questo é il primo della serie dedicata alla sezione Q, il nuovo reparto della polizia di Copenaghen per i casi irrisolti. Ebbene trattasi di un poliziesco sui generis in cui si incastrano perfettamente elementi pressoché standard dei thriller nordici (come l'apparente tranquillità del nord che nasconde assassini psicopatici e poliziotti con problemi caratteriali) con la novità dei tratti di ironia e cinismo dello scontroso investigatore a capo della sezione investigativa tali da rendere il complesso molto fresco, poco déjà vu e assolutamente equilibrato. Lo scrittore riesce a far combaciare caselle apparentemente distanti tra loro come gli appunti, le foto e gli elementi di una caccia all'uomo sparsi sulla lavagna di un commissariato. L'indagine ...